mercoledì 3 aprile 2013

Questo NON è un post sul Kindle

Questa volta non parliamo di un oggetto tecnologico, ma di un accessorio al contorno che però, a mio parere, ne "esalta il gusto", come la marmellata piccante sul formaggio stagionato.
L'oggetto esaltato è il Kindle, prodotto e distribuito dal noto negozio on-line , nella versione originale, senza "retroluce".
L'oggetto esaltante è la sua custodia (aimè) più costosa, che lo avvolge in un abbraccio di plastica e gli dona una luce led.
Ripeto, non parlerò del Kindle, su cui è scritto di tutto ed in tutte le salse, se non per confermarvi che vale ogni euro speso, anche nella sua versione "semplice" (quella che ho io), ma invito tutti quelli che ce l'hanno e che stanno pensando ad una custodia, a fare un pensierino su questa.
Mi rendo conto che praticamente costa quanto il kindle stesso, ma da quando li ho messi insieme posso:

  • Portarmi dietro il reader certo che sia perfettamente protetto dagli urti
  • Leggera a letto la sera (non potevo più da anni) con la certezza di non disturbare NESSUNO.
  • Ignorare "quanto dura la batteria delle luce", visto che il led è alimentato dal Kindle stesso, con un consumo aggiuntivo irrisorio.
Quindi, finchè non vengono risolti i vari problemini segnalati dalla versione Paper White, mi tengo stretto il caro vecchio Kindle "prima maniera" con la custodia Top Gamma.
Se poi vi state chiedendo cosa ci faccio con un eReader avendo un tablet da 10 pollici, provate a rifarmi la stessa domanda d'estate sotto l'ombrellone cercando di leggere qualcosa sul tablet invece che su un dispositivo ad inchiostro elettronico che pesa la metà e con un'autonomia di 10 volte tanto ;-)
Alla prossima. 

(Kindle cover)

domenica 31 marzo 2013

Marmellata di lamponi multiuso

Quando ero giovane (mooolto tempo fa) non c'erano i social network, non c'era internet (non fuori dai circuiti universitari e militari per lo meno), i telefonini erano aggeggi dalla praticità vicina a quella di una cabina telefonica e "qualcuno" era solo un imprenditore televisivo emergente.
Il mondo era piú grande, anche perchè le distanze erano ancora tali, non accorciate dalle videochiamate, aerei low cost ed alta velocità (solo la Salerno-Reggio era più corta, ma questa è un'altra storia).
Nonostante tutte queste limitazioni, peró (si, lo so che aspettavate il però), c'era qualcosa che un tredicenne che viveva in piccolo borgo calabrese poteva fare più agevolmente di un suo coetaneo contemporaneo, imparare i primi rudimenti della programmazione.
Il vic20 prima ed il c64 poi mi hanno permesso di cominciare a capire come dare ordini ad un computer per creare piccole animazioni o programmi per la soluzione di equazioni di secondo grado.
Puó sembrare andare in cerca di rogne in giovane età, ma a furia di fare colloqui a persone che "si buttano nell'informatica perchè c'è lavoro" ma che, forse, sarebbero stati più produttivi con una vanga in mano (vero Angelo?), sono sempre più convinto che la generazione del c64 (e dello spectrum, per chi era dell'altra parrocchia) abbia avuto il privilegio di capire per tempo se era il caso di usare il pc solo per giocare o se era più divertente provare a tirarne fuori una professione divertendosi.
Questo stesso ragionamento lo ha fatto anche il realizzatore di quel generatore di notti insonni davanti ad un Amiga che  corrisponde al nome di Elite. Un gioco dalla versatilità e dalla longevità mai eguagliata.
La differenza è che il "losco figuro" , che non é pigro come me, ha deciso di dare una chance anche ai giovinastri attuali, creando per loro il Raspberry Pi.
Stiamo parlando di un mini pc basato su processore arm, con 512k di ram, sistema operativo linux, che vive su scheda SD, "cucinato" appositamente per reggere agevolmente l'uscita video hdmi e "stimolare" chi lo usa ad imparare a programmare in python, il tutto a circa 30 euro al pezzo.
Se vi state chiedendo "cosa ci faccio?", consiglio vivamente un giro nel ricchissimo forum ad esso dedicato.
Io personale lo tengo acceso da 3 mesi a farmi da reverse proxy verso gli altri sistemi di casa, ma ci hanno fatto realmente di tutto, dalla domotica alla videosorveglianza, al comandarci dei robot.
Senza dimenticare che è realmente un ottimo modo per mettersi a giocare con la programmazione per semplice divertimento, come si faceva ai bei tempi andati, quando per fare quello che fanno i suddetti giovinastri il 90% del tempo che stanno su Internet, dovevi avere il coraggio di guardare in faccia un edicolante ;-)
Alla prossima.

(Raspberry PI)

sabato 2 marzo 2013

Ho un "grosso affare" per le mani.

Ogni volta che qualcuno lo vede pensa subito che sia troppo grosso!
Tutti a dire: "ma ce la fai ad usarlo con una mano sola?", "Ma ti entra nei vestiti?","Ma cosí grosso quanto dura.... la batteria?".
E' vero che il primo periodo sembra effettivamente di avere un grosso affare per le mani, ma usandolo ci si rende conto che le dimensioni sono il suo punto di forza.
In effetti avere un telefonino (perché? Cosa avevate capito?) che ti permette comodamente di leggere la email, i giornali online, scattare foto come queste, leggere comodamente gli e-book e "giocherellare" con i documenti su dropbox e drive, rischia seriamente di mandare anticipatamente in pensione il tablet come strumento ideale in mobilità (in effetti per me è già così).
Stiamo parlando dell'ottimo Galaxy Note, nella prima versione nera (non il 2 quindi ne il 10), quello per il quale la casa madre, da bravi spacciatori di tecnologia come un tempo fu la Sony, ha fornito gratuitamente un bel paccozzo di accessori molto utili tra i quali spicca un comodissimo auricolare Bluetooth multipoint che funziona contemporaneamente con due cellulari e che ha quindi messo a riposo il mio precedente aggeggio tecnogaio.
Per quanto riguarda il discorso grandezza, prima di fare l'acquisto ne ho confrontato le dimensioni con la mia fida moleskine nera (che non è tecnologia, ma sfizio si), che tengo sempre nella tasca interna della giacca, scoprendo che sono praticamente identiche (anzi, la versione hard cover pesa pure di più).
Cos'altro posso dire, se non che il livello di soddisfazione per l'acquisto è pari a quello del piattone nero di cui abbiamo già parlato e che, se proprio avete paura dell'effetto "telefono con tostapane" quando ci parlate, potete usare l'auricolare di cui sopra o quelli bianchi a filo (perchè bianchi poi?) in dotazione.
Il pennino? Io lo uso poco causa calligrafia terribile, ma devo dire che anche solo scarabocchiare su foto e screenshot appena fatti è una discreta comodità.
Batteria? Due giorni con uso medio ed uno con uso intenso, ma con lo schermo che ha, ci si può stare.
Alla prossima.

(Samsung Galaxy Note)

giovedì 24 gennaio 2013

Drone 2.0: alla telecamera HD girano le eliche.

Oggi parliamo di un oggetto a cui "girano le eliche" che, a mio parere, è il sogno dell'appassionato di aereomodellismo-geek-smanettone-tecnogaio pigro (un giorno dovrò enunciare in modo compiuto la mia Teoria sulla Pigrizia).
Trattasi del Parrot Drone 2.0, quadricottero radiocomandato via wi-fi da smarthone "Melafono" o "robot dalle sembianze umane".
So per certo che chiunque in questo momento stia leggendo questo articolo, almeno una volta ha acquistato (e velocemente sfasciato) un elicotterino radiotelecomandato made in cina, visto che da almeno 2/3 anni i prezzi degli oggetto sono scesi a livelli irrisori.
In effetti il bello di quegli oggettini è il prezzo, il brutto è che, sempre se riesci a non disintegrarlo contro una parete, quando hai finalmente imparato a farlo volare in modo dignitoso, hai anche esaurito la batteria ricaricabile, facendo si che il povero girocottero muova le eliche festosamente come un cane muove la coda davanti ad un osso di prosciutto, ma rimanga irrimediabilmente inchiodato a terra.
Se invece non vi siete rivolti al mercato del "piccolo ed economico" e siete andati sull'aereomodellismo reale, non voglio neanche sapere quanto (quante volte) vi è costato.
Invece il Drone no, lui non ti stressa.
Vuoi farlo partire? C'è il tasto "decollo", lo pigi e lui si posiziona buono buono ad un metro di altezza.
Vuoi farlo atterrare? Pigi "atterra" e lui interrompe qualsiasi cosa stia facendo e si posa nella prima superficie piana trova a tiro.
Vuoi fare il fanatico e fare i loop sull'asse? Pigi l'apposito pulsantino e lui fa le capriole per la gioia di grandi e piccini (in questo i signori Melafonici hanno più possibilità degli altri).
In pratica si guida da solo, bisogna solo dirgli in quale direzione andare ed a che altezza volare e lui va.
Se poi ci si sente il Barone Rosso, c'è l'opzione di pilotaggio con il telefono che fa da cloche, sfruttando il sensore di movimento.
Oltre ad aver sposato alla filosofia della pigrizia, l'aggeggio ha anche i seguenti vantaggi:

  • Telecamera Full HD che potete usare per fare ottimi filmati e fotografie "in quota" e per divertirvi con i giochi in realtà aumentata che stanno venendo fuori.
  • Telecamera ventrale che viene usata dal quadricottero per la stabilizzazione del volo (insieme a vari sensori aggiunti) e con cui potete fare riprese dall'alto con effetti Spazio 1999 e Guerra del Golfo.
  • Robusta guscio antiurto  (testato più volte :-)) per i voli da interno, che vi consiglio di mettere anche all'esterno.
  • Batterie intercambiabili (sono quelle da modellismo, esiste un mercato parallelo che vi consente di aumentare l'autonomia dell'oggetto senza dover cambiare il connettore)
  • Possibilità di registrare i filmati anche su chiavetta Usb a bordo
  • Parco ricambi "completo", nel senso che sullo shop della casa avete a disposizione TUTTI i pezzi di ricambio del Drone, a prezzi più che ragionevoli, se i primi esperimenti di volo dovessero andare male.
Si potrebbe eccepire che il prezzo (299 euro), dopo un anno che sta in giro potevano abbassarlo, ma in fondo, noi tecnoGai abbiamo speso di peggio per cose molto meno divertenti, cosa che far volare il Drone invece vi assicuro essere, e molto.
Alla prossima.

(Parrot ArDrone 2.0)

mercoledì 9 gennaio 2013

Notebook+SSD: come allungare la vita del vostro amato portatile.

Abbiamo cominciato l'anno con l'ultimo acquisto, un Ultrabook che mi sta dando grosse soddisfazioni (e adesso che sto stentando a scrivere al buio con il Transformer mi rendo conto di quando sia comoda anche la sua tastiera retroilluminata), non ultima la velocità di accesso ai dati.
Devo dire che la cosa che ho sempre patito dei Notebook è la bassa resa dei controller dei dischi, che, a fronte di schede grafiche e monitor di buona qualità e
di dotazioni ram più che discrete, non hanno mai retto il confronto con quanto disponibile sui computer fissi, rendendo, di fatto, inutili velocità dei dischi superiori ai 5400 rpm.
Cosa si può fare quindi per ovviare al problema e, magari, allungare la vita di un notebook a cui siete particolarmente affezionati?
Prima di passare all'Ultra, io avevo risolto egregiamente con un Hard Disk a stato solido da 256Gb (seriamente, per lavorare ve ne servono di più?) della Samsung (sempre loro), che, oltre ad essere molto bello a vedersi (so black metal ...), arriva correlato con un comodo cavetto usb-sata che lo rende anche un perfetto (e velocissimo) HD esterno, nonchè del software per renderlo "digeribile" anche a windows.
In questo periodo trovate la versione da 250Gb su "Foresta Pluviale del sud America", a poco più di 150 euro.
Se poi volete fare il passaggio "a botta secca" del contenuto completo del vostro vecchio HD sul nuovo, vi consiglio l'utilizzo dell'ottimo True Image, la cui versione di prova è "fully functional" e vi permette di fare tutta la procedura velocemente e senza sborsare un euro (ma è così comodo come sistema di full-backup che alla fine lo comprerete, come ho fatto io).
Prima del Samsung ho provato con un Kingston da 128Gb, che è andato a fare da viagra al mio vecchio, caro, Vaio, ma devo dire che esteticamente e funzionalmente, il coreano è avanti una spanna.
Alla prossima.

(Solid State Disk)

martedì 1 gennaio 2013

Ultrabook: un flop di successo.

Cominciamo la nuova vita operativa di questo blog contraddicendo, nel nostro piccolo, i media nazionali.
Ho letto da più parti che il 2012 ha segnato il flop del concetto di ultrabook, perchè "insidiati" dall'alto costo e dai tablet, oramai "alternativi" per la maggior parte degli usi che si fa del computer.
Scusatemi, ma io tutta questa "alternativa" non è che l'abbia mai percepita, sarà che io con il portatile "ce campo" e quindi lo uso per altro che non sia navigare su internet o guardare la posta, ma nonostante le grandi promesse, neanche il tablet su cui sto scrivendo in questo momento, l'Asus Transformer Prime, è riuscito completamente nell'obiettivo della sostituzione completa (di questo e di altri tablet che mi sono passati per le mani, parleremo prossimamente).
Invece.... invece, c'è un acquisto fatto da un po' di tempo che, accoppiato al Samsung Galaxy Note (anche di questo parleremo prossimamente) ha ridimensionato (dovrei dire eliminato) il limitato utilizzo lavorativo che riuscivo a fare del tablet.
Sto parlando del Samsung  Ultrabook Serie 9, un gingillino con processore Intel i7 di nuova generazione, 8 Gb di Ram, 256 Gb di Hard Disk a stato solido, il tutto in meno di 2 kg 2 di peso (alimentatore incluso!!).
Visto il peso (la leggerezza direi) mi direte che comunque passare dai 10" del tablet ai 13" dell'ultrabook non è tutto questo guadagno, a fronte di una spesa che sarà stata sicuramente sostenuta. Vi darei ragione se non fosse che il gingillo in questione di pollici ne ha 15! e che alla fine 1,5k iva compresa per qualcosa che mi da il completo supporto per tutte le mie attività ludico/lavorative, che non mi accorgo di avere in spalla quando lo porto in giro e con la batteria che arriva a durare anche 8 ore, direi che "se po fà".
Oltretutto, quando è chiuso, è più sottile del Transformer  quando è con la tastiera!!!
Immagino si percepisca il mio entusiasmo per l'oggetto, alimentato anche dal fatto che lo stato solido mi consente di accenderlo e spegnerlo in una manciata di secondi e che ad aprire un documento word è veloce in modo quasi fastidioso.
L'utilizzo, nonostante windows, è così immediato e veloce che, a volte, mi ritrovo a toccare lo schermo invece di usare il mouse, come se avessi il tablet per le mani. mi sto anche abituando a caricarlo ogni sera, come fosse un cellulare, così non devo neanche attaccarlo all'alimentazione se non è strettamente necessario.
So cosa state pensando:" Se è così fantastico, perchè sta scrivendo sul blog con il tablet invece che con il PC?", ragazzi, in qualche modo la dovrò pur ammortizzare la spesa del tablet ;-)
Alla Prossima.

(Samsung Series 9)